Descripción
RARO. All'inizio di questo secolo l'idea di un progresso indefettibile ed incoercibile, anche se interpretata in modo diverso dai seguaci dell'illuminismo, dell'idealismo o del positivismo, costituiva ancora la religione ufficiale della società laica europea, avendo preso il posto un tempo occupato dalla fede cristiana nella Provvidenza. A Guglielmo Ferrero occorre riconoscere il merito di essere stato fra i primi pensatori italiani non cattolici a presentire consapevolmente che questa cieca fiducia nel progresso, identificato soprattutto dall'uomo della strada nello sviluppo illimitato dell'industria e della scienza, invece di portare all'instaurazione del paradiso terrestre nella realtà storica, avrebbe potuto risultare assai nociva per le sorti dell'umanità. Una tale convinzione fu maturata dal Ferrero durante gli anni precedenti la prima guerra mondiale, trascorsi nella solitaria meditazione delle cause che determinarono il declino dell'impero romano. Tuttavia non si può escludere che su di lui influissero anche gli studi condotti sulla psiche dalla scuola criminologica italiana, fondata dal suo maestro Cesare Lombroso. Quest'ultimo, grazie all'applicazione del metodo positivo all'indagine delle attitudini delinquenziali, era giunto a conclusioni assai pessimistiche circa la natura umana, rendendo perlomeno problematica la fiducia nella perfettibilità dell'uomo, su cui si basava correntemente l'idea di progresso. D'altra parte il Ferrero non dovette ignorare le obiezioni mosse all'euforia progressista dei pensatori ottocenteschi dai principali esponenti del pensiero cattolico controrivoluzionario, in particolare da de Maistre e de Bonald, autori apprezzati dallo stesso fondatore del positivismo Augusto Comte, né poteva essergli sconosciuta la polemica antimoderna divampata in Francia alla fine del secolo, ad opera del Drumont e in seguito ripresa dal positivista Maurras, dalla scuola maurrasiana e da pensatori socialisti, anche se di socialismo tutto particolare, quali Charles Péguy e Daniel Halévy. Infine il Ferrero stesso, così parco nel citare altri autori, non mancò di ricordare la critica corrosiva mossa da George Sorel alla mentalità illuminista, radicale e progressista inattiva, in quella che deve forse considerarsi la sua opera più significativa, Le illusioni del progresso, pubblicata nel 1906. Di estrazione positivista, Guglielmo Ferrero non fu mai un filosofo nel vero senso della parola, ma piuttosto un osservatore attento ed acuto della realtà che lo circondava. Questo costituisce insieme il pregio ed il limite del suo pensiero: le spregiudicate analisi da lui condotte circa l'abnorme e disordinato sviluppo della società industriale del primo Novecento sono straordinariamente attuali, avendo egli presentito molte delle caratteristiche della civiltà tecnologica, volta soltanto al benessere, che si sarebbe definitivamente affermata dopo la fine della seconda guerra mondiale. . Descrizione bibliografica Titolo: Il divenire storico nell'opera di Guglielmo Ferrero Autore: Daniela De Rosa Editore: Roma: Gentile, 1978 Lunghezza: 144 pagine; 23 cm Soggetti: Studi su Guglielmo Ferrero, Storiografia, Filosofia della storia, Pensiero filosofico, Concezione storica, Corruzione, Civiltà, Antichi, Modernità, Cultura, Marxismo, Consumismo, Crisi, Autorità, Simone Weil, Voegelin, Chabod, Tilgher, Rostovtzeff, Santo Mazzarino, Jaspers, Dawson, Bibliografia, Sociologia, Positivismo, Antropologia Criminale, Diritto, Grandezza Decadenza, Impero romano, Cesare, Augusto, Imperatori, Mommsen, Militarismo, Potere, Lotta di classe, Crispi, Guglielmo II, Europa, America, Storia romana antica, Processo, Decadenza, Saggi storici, Critica storiografica, Libri rari Vintage fuori catalogo, Collezionismo, Rarità, Studi storici, Dialettica materialistica, Materialismo storico, Bibliografia, Riferimento, Interpretazione, Eventi, Fenomenologia, Progresso, Jean Bodin, Bacone, Cartesio, Illuminismo, Condorcet Etica Kant Influenze culturali Pensiero. N° de ref. del artículo ABE-1707483935810
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