Descripción
fabrizo Serra, 2018, pp. 176. -- La 'militanza' è soprattutto uno sguardo e un approccio e ha a che fare con domande tipo «che cosa "fa" la letteratura? Qual è il suo rapporto con la società e con la storia?». Questo volume, in vari capitoli, cerca di declinare le varie sfumature del concetto di 'militanza', non necessariamente o esclusivamente critica, ma anche letteraria. Perché se davvero la militanza non è «quella di chi sta in uno schieramento ma quella di chi va in missione per (ri)scoprire aspetti fondamentali del fare letteratura nella sua epoca e per la sua epoca» (A. Casadei, in «Allegoria» 2012), allora essa può essere letta prima di tutto come una forma di resistenza, fra l'altro non sempre consapevole e quindi immediatamente riscontrabile. In modo evidente De Sanctis si accampa ineludibile, non tanto e non solo per la Storia della letteratura, che pure nacque come opposizione alla cultura letteraria della vecchia Italia, ma per una militanza vissuta a pieno titolo in un intreccio molto stretto tra passione letteraria e impegno politico sul campo concreto delle lotte e delle battaglie. Il primo capitolo prende le mosse da Torino, città desanctisiana e crociana, la cui intellighenzia, al protettivo riparo delle accademie, aveva tentato, anni prima e cautamente, qualche prova di resistenza, intellettuale e mascherata, al potere di Napoleone. Attraverso Lorenzo Da Ponte e la sua difesa della letteratura italiana, rileggendo i suoi scritti alla luce delle ultime scoperte, si arriva a Giovan Battista Niccolini, che Da Ponte celebra come autore cardine della riscossa italiana e che sceglie per sé, come un mestiere, la cifra di una militanza letteraria fortemente politica. Da Niccolini a Luigi Settembrini, patriota che attraversa i moti risorgimentali animato da un atteggiamento antagonista, di scontro aperto con il potere, che pagherà carissimo. Con l'ultimo capitolo si attua il passaggio da Ottocento a Novecento e colui che era stato fino a quel momento protagonista ed esegeta, De Sanctis, diventa oggetto di un dibattito serrato: si torna a Torino, in cui due generazioni di studiosi, quella di Graf e Renier prima e quella di Debenedetti e Gramsci poi, sono impegnate a liberare De Sanctis dalle vischiose pastoie di un equivoco sancito ai tempi della nascita della scuola storica. La generazione nata agli inizi del Novecento si trova qui a fare i conti con se stessa e con una prospettiva di militanza non tanto critica, quanto civile. Sommario: Fenomeni di militanza; I. Prima di De Sanctis: prove di militanza dal «Giappone» subalpino; II. La militanza involontaria: Lorenzo Da Ponte; III. La militanza agli occhi degli altri: Giovan Battista Niccolini; IV. La militanza del «martirio» e quella dell'esilio: Settembrini, Castromediano e De Sanctis; V. Militanze a confronto nel «secolo interminabile»: da Graf a Sanguineti. Indice dei nomi. N° de ref. del artículo ca1469
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