Descripción
a cura di Toni Iermano. fabrizio Serra, 2019, pp. 252 con figure in bianco/nero n.t. Raccontare il Mezzogiorno, titolo dell'innovativo convegno svoltosi all'Università di Cassino nel 2018, significa riprendere una traccia di studi sulla 'questione meridionale' che, dalla seconda metà dell'Ottocento in poi, descrive e propone soluzioni per i problemi della società dell'Italia del Sud, per renderla consapevolmente all'altezza dei processi di modernizzazione in atto nel mondo contemporaneo. Al solito la letteratura, più che tante indagini e teorie sociologiche, riesce a offrirci un quadro vero dei processi storici e a raccontare la società meridionale nel suo immobilismo, nella sua disperazione ma anche nelle sue ribellioni generazionali, nelle sue meravigliose idealità e nei conflitti, a volte tragici e irrisolti, generati dalla dialettica sulla modernità. In questo volume tutti i contributi spiegano la civiltà letteraria del Sud, le sue contraddizioni, le sue domande irrisolte, la sua, a volte, potente spinta al cambiamento contro i particolarismi, i trasformismi e gli egoismi senza orizzonti del potere locale. Le classi dirigenti meridionali non riuscirono a cogliere l'occasione unitaria come spinta per una grande 'rivoluzione' civile delle terre del Sud: l'arretratezza del nostro Mezzogiorno costituì una eredità contesa nell'Italia nuova, senza mai trovare un punto di equilibrio condiviso tra le forze sociali e le élites, tra il capitalismo e le masse contadine. Da qualche decennio la cosiddetta 'questione meridionale' appare in ombra nel dibattito pubblico, spesso occasionale e generico, mentre si va inverando il convincimento fatalistico e giustificazionista della 'arretratezza' rispetto al Nord del paese: un'arretratezza che sarebbe dovuta quasi a una jettatura storica, le cui responsabilità non ricadrebbero sulle classi dirigenti bensì sul crollo del Regno delle Due Sicilie. Lo studio del Mezzogiorno in questi ultimi decenni appare sempre più affidato alla retorica delle ragioni dei 'vinti' e al trionfo di una vocazione revisionista, più che alla fondata analisi politica e all'indagine scientifica sulle ragioni sostanziali di una crisi perdurante e drammaticamente presente nel tessuto connettivo nazionale. I saggi raccolti in questo volume, intriso di una 'forza allegra' tutta desanctisiana, offrono un contributo non effimero a un ripensamento del Sud, proponendo varie prospettive di studio, orientate verso un'unitaria, rinnovata e forte idea di militanza civile, con l'augurio che di un Mezzogiorno 'vivente', non rassegnato ai fragili rimedi dell'assistenzialismo pubblico e alla mitologica solitudine della dimenticanza, si ritorni presto a parlare con passione ideale e conoscenza scientifica dei problemi. Sommario: Toni Iermano, Introduzione. «…Non con lo stato d'assedio, non con mezzi violenti». Il mezzogiorno come problema; Guido Pescosolido, Il Mezzogiorno nell'Italia unita: da risorsa a problema irrisolto. Linee interpretative; Toni Iermano, "Una filosofia militante". Il meridionalismo di Francesco De Sanctis; Gerardo Bianco, Una coscienza degli italiani per l'Italia unita; Raul Mordenti, Le radici desanctisiane di un meridionalismo democratico; Sebastiano Martelli, Snodi della storia del Mezzogiorno nella narrativa di Francesco Jovine. Profili identitari nell'Italia nuova: Vito Moretti, «Per simboli e per visioni». La poesia di Gabriele Rossetti e la «scuola democratica» di Francesco De Sanctis; Laura Nay, «Libera provincia della libera patria italiana»: «la storia di una gran famiglia»; Daniela Carmosino, Francesco De Sanctis e l'identità del Mezzogiorno; Maria Pia Pagani, D'Annunzio e il racconto teatrale di una terra arcaica; Antonella Venezia, Livelli di socialità nella Napoli postunitaria. I componenti della Società napoletana di storia patria dalla fondazione agli inizi del Novecento. Il Sud nel Novecento tra narrazione e descrizione: Chiara Tavella, Il Mezzogiorno di Sibilla e Giovanni: ricordi, silenzi e sgua. N° de ref. del artículo ca1468
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