Descripción
In Vinegia, in casa de' Figliuoli di Aldo, 1542. In-8° (15,5 cm x 10 cm). Cc. (2), 176. Segnatura: A10, B-T8. Il colophon erroneamente indica che tutti i fogli sono quaderni , mentre la segnatura A si compone di 10 carte e non di 8. La variazione è dovuta probabilmente alla presenza della dedicatoria di Barbaro al Principe di Salerno, Ferdinando Sanseverino, forse non prevista inizialmente. Bella ed affascinante legatura parlante italiana di metà '800 di gusto pienamente rinascimentale, una grande placca a fleuron occupa entrambi i piatti inquadrati da dei piccoli motivi floreali agli angoli. Un cartiglio ottagonale a rilielo al centro del piatto ant., riporta in oro la scritta "DI-ALOGI- DIL-SP."; al posteriore, "M.C.XLII.". Tagli scuri. Curiosa e intrigante l' impaginazione alla fine dei diversi dialoghi, con effetti di righe discendenti e ascendenti irregolari e graficamente molto moderni. Alcuni piccole glosse marginali e sottolineature. Ancora aldina al centro del frontespizio, poi ripetuta al verso del colophon. Carattere corsivo italico. Piccole tracce di un antico timbro a ceralacca a Y(v) ed alcuni insignificanti e piccolissimi forellini di tarlo all' angolo esterno bianco di alcune cc., peraltro esemplare in stato di conservazione molto buono rilegato in affascinante ed inconsueta legatura. Prima edizione aldina, piuttosto rara, dei dialoghi di Speroni curata dall' amico Daniele Barbaro (1500-1588) all' insaputa dello Speroni. L' Autore fu uno dei membri centrali dell' Accademia letteraria degli Infiammati di Padova e la sua opera principale fu proprio pubblicata nel 1542, anno in cui divenne principe dell' accademia padovana. Poeta e umanista, allievo di Pomponazzi a Bologna e amico del Tsso, Sperone Speroni (1500-1588) è considerato uno dei più eminenti autori del suo tempo. Vicino al cardinale Carlo Borromeo, fu ammesso agli incontri dell' Accademia delle Notti Vaticane di cui questo santo prelato fu animatore. Lo nominò cavaliere papa Pio IV, zio del cardinale. I Dialoghi comprensono: Dialogo d'amore (in cui campeggia la figura di Tullia d'Aragona), Della dignità delle donne, Del tempo del partorire delle donne, Della cura famigliare, Della usura, Della discordia, Delle lingue, Della retorica, Delle laudi del Cathaio villa della S. Beatrice Pia degli Obici, Dialogo intitolato Panico et Bichi. Il testo ebbe un gran successo all'epoca - ristampato ben 8 volte nell'arco di vent'anni - ma fu per l'Autore anche una notevole fonte di guai poiché gli attirò l'ira della Santa Inquisizione che l'obbligò, per espiare, proprio a scrivere un' apologia contro l'usura e contro le cortigiane. Bibliografia: Adams, II, S-1565; BM-Stc Italian, 636; Brunet, V, 488; Ronouard, 125-7. Manca a USTC. N° de ref. del artículo ABE-1660658942586
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