Descripción
DISPONIBILITÀ GARANTITA AL 99%; SPEDIZIONE ENTRO 12 ORE DALL'ORDINE. COME NUOVO, MAI SFOGLIATO. LIEVI SEGNI DEL TEMPO E STRAPPO DELL'ULTIMA PAGINA BIANCA. Nel romanzo è presente ed anzi esibita la medesima attitudine moralistica e polemica che anima le opere storiche e storico-letterarie; già nel Dialogo premesso alla narrazione sono fissate le ragioni dell'E. nel riferimento alla sua attività narrativa e critica, come nel confronto polemico con la situazione letteraria contemporanea in Italia. Si fronteggiano figure-simbolo del passato come l'Accademico, del presente respinto come l'Anglomano e il Gallomano che raccolgono l'avversione dell'E. nei confronti della letteratura romantica, qui ribadita in chiusa di romanzo; e ancora l'Ipocrita, l'Editore, il Critico, ecc., e finalmente l'Autore insieme con lo Strozzino e lo Strozzato. Perché il Beppe Arpia protagonista del romanzo è appunto uno strozzino modellato sull'immagine stereotipata dell'avidità e della sordidezza tipica della sua attività, a cui qui fa da contraltare l'amore per il figlio, lo stupido Babbiolino. La storia consiste nei traffici che intercorrono tra lo strozzino e una corrotta marchesa per arrivare a concludere un matrimonio che procurerà vantaggi ad entrambi, attraverso però il sacrificio della bella e virtuosa figlia della marchesa, Amalia (che ama riamata il valoroso conte Cavalcanti, destinato a morire da eroe nella battaglia di Curtatone), costretta a sposare il deficiente figlio dello strozzino. I personaggi e le situazioni richiamano i tratti tipici del romanzo popolare e d'appendice (era recente il successo dei Misteri di Parigi di E. Sue), con i contrasti netti e privi di sfumature, i colpi di scena, le peripezie, la caratterizzazione dei personaggi di contorno, la ripresa di motivi canonici, come la fanciulla perseguitata, la prepotenza dei vizioso, ecc. Ma l'interesse principale dell'E. è trasparentemente per la pittura d'ambiente, per la denuncia, tinta di moralismo, di figure e viluppi di eventi segnati da una forte carica di negatività; sicché il romanzo, a cui la critica non ha riconosciuto alcun effettivo valore estetico e letterario, presenta tuttavia qualche interesse, se si colloca nel quadro dei tentativi di rinnovamento del genere dopo la grande stagione manzoniana, nella direzione di quel romanzo sociale che qualche anno dopo si svilupperà anche in Italia con esiti più felici. In questo senso anche l'adozione del fiorentino come trama linguistica non si richiama - ha notato la critica - alla lezione manzoniana, ma piuttosto riprende e conferma la linea classicistica e antiromantica teorizzata e praticata, per esempio, da G. B. Niccolini. La volontà dell'E. di aderenza al "vero" esplicitata nell'introduzione, come i ripetuti strali lanciati contro la soffocante atmosfera imposta dal Granducato leopoldino, spinsero i primi lettori del romanzo a ravvisare nei personaggi e nelle situazioni della finzione allusioni a persone e fatti della cronaca fiorentina contemporanea; lo scandalo fu grande e l'autore fu costretto a ritirare il romanzo e a non ristamparlo più. Informazioni bibliografiche Titolo: Beppe Arpia: Racconto Collana: Volume 15 di Biblioteca dell'Ottocento italiano Autore: Paolo Emiliani-Giúdici Curatore: Enrico Ghidetti Editore: Bologna: Cappelli, 1970 Lunghezza: 439 pagine; 23 cm Soggetti: Letteratura Italiana, Narrativa, Racconti, Romanzi storici, Ottocento, Classici, Romanzo storico, Libri Vintage Fuori catalogo, Lettura, Collezionismo, Storia, Critica, Giusti, Scrittori italiani del XIX secolo, Toscana, Italian Literature, Fiction, Short stories, Historical novels, Nineteenth century, Classics, Historical novel, Out of print books, Reading, Collecting, History, Criticism, Righteous, Italian writers of the nineteenth century, Tuscany Parole e frasi comuni Alamanno amici amore Babbiolino babbo bella Bellosguardo Beppe Arpia bisogna braccio cambiali caro casa Pomposi cascare Cavalcanti chiasso Cincinnato Collin De Plancy conte. N° de ref. del artículo ABE-15627985412
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