Descripción
Acquaforte misure: mm 160 x 110 Sacerdote, pittore e incisore spagnolo nato da padre italiano. Si avvicinò alla pittura sin da giovanissimo e iniziò i suoi studi a Valencia in contemporanea agli studi di grammatica teologia, per poi trasferirsi a Roma nel 1675 fino al 1688. Divenuto pittore del Gran Duca Cosimo III de Medici completò la sua formazione con Carlo Maratta (Camerano 1625- Roma 1713). Rientrato in Spagna scrisse trattati di pittura, raccolse disegni e stampe e studiò gli antichi, in particolar modo Raffaello. Si interessò tanto all'affresco e alla pittura, quanto all'incisione. Nel 1698 si stabilì definitivamente a Roma. Si conoscono tre lastre inciuse all'acquaforte, un esemplare di ognuna è conservato presso il British Museum: una di traduzione da Raffaello e le altre due di invenzione in cui egli tratta corpi seminudi con un modus operandi unico rispetto alla tradizione spagnola. Victoria è inoltre ricordato per le nature morte dipinte in maniera iperealista. In questa stampa, quasi sdraiata sotto un grande albero, vediamo Maria Maddalena. La Santa è seminuda; un tessuto riccamente panneggiato lascia scoperte gambe, spalle e petto, i lunghi capelli nascondono i seni. La testa è abbandonata all'indietro, tra le mani conserte regge il crocifisso e poggia il braccio sinistro su di un teschio. Una luce intensa, divina, si irradia dietro la sua testa accentuando i puntuali contrasti chiaroscurali. Sullo sfondo si apre allo sguardo dello spettatore un paesaggio con catene montuose e, appena oltre il tronco, un viandante si dirige verso la sua abitazione. In basso a sinistra Vin s, Vict a, Valen s. In et fe. Rom. Secondo gli studiosi l'esecuzione del rame è collocabile dopo il 1673 e il 1712, la lastra è stata stampata a Roma. Impressione eccellente, dai neri delicati. Ottimo stato di conservazione. Rifilata alla battuta del rame. Bibliografia: Páez 1981-85 / Repertorio de Grabados Españoles en la Biblioteca Nacional (2237.3); Blunt, Anthony, «Don Vicencio Vittoria», The Burlington Magazine, cix, 1, n.º 766, Londres, 1967, pp. 31-32. N° de ref. del artículo 002187
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