Note sul Machiavelli, sulla politica e sullo Stato moderno: Quaderni dal Carcere - Tapa blanda

Il IV volume dei "Quaderni dal Carcere", dal titolo "Note sul Machiavelli, sulla politica e sullo Stato moderno", include le riflessioni di Antonio Gramsci sulla politica del Machiavelli, sul fenomeno del cesarismo, sui partiti politici, sulle questioni di politica internazionale, sull' "attrezzamento" nazionale. Affronta, inoltre, le questioni del cattolicesimo, del modernismo, dell'americanismo e del fordismo. Dal volume emerge il vigore teorico e metodologico di Gramsci, la sua sintesi marxista dei problemi del partito comunista, la sua riflessione sulla lotta di classe, sulla posizione della classe operaia, e la visione originale della fondazione del nuovo Stato moderno. Le opere di Gramsci, comprese nei trentatré Quaderni del carcere, redatti tra il '29 e il '35, sono state pubblicate postume nel dopoguerra con i seguenti titoli: Il materialismo storico e la filosofia di Benedetto Croce; Gli intellettuali e l'organizzazione della cultura; Il Risorgimento; Note su Machiavelli, la politica e lo Stato moderno; Letteratura e vita nazionale; Passato e presente; Lettere dal carcere.

Antonio Gramsci nacque ad Ales (Cagliari) nel 1891. Nel 1911, avendo conseguito una borsa di studio, si trasferì a Torino, dove si iscrisse alla facoltà di Lettere. La militanza politica nel movimento socialista lo distolse dagli studi e gli impedì il conseguimento regolare della laurea. Animatore dei Consigli di fabbrica, a Torino, fondò la rivista Ordine Nuovo, nel 1919, che divenne il punto di riferimento dell'ala rivoluzionaria della classe operaia. Nel 1921, a Livorno, fu tra i fondatori del nuovo Partito Comunista d'Italia. Tra il '22 e il '23 trascorre un anno in Unione Sovietica, dove conobbe anche Lenin. Nel 1924, eletto deputato, fondò la rivista L'Unità, organo del partito comunista italiano. Arrestato dalla polizia fascista nel 1926, nel 1928 venne indicato come il cervello del comunismo italiano e condannato a venti anni di carcere. Ottenuta una riduzione della pena, fu scarcerato nel '37, ma una settimana dopo avere riottenuto la libertà, il 27 aprile, morì in una clinica romana, all’età di quarantasei anni.