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RARO. Il pensiero politico-pedagogico di G. S. Gerdil. Nel suo saggio: Su Sainte-Beuve a proposito di Port-Royal, Honoré de Balzac scriveva: Monsignor di Ginevra, Francesco di Sales ha fondato, trent'anni prima di Richelieu una specie di preaccademia francese ad Annecy, di dove uscì Vaugelas e che ci ha dato oggi i due de Maistre (H. de Balzac, Scritti critici, a cura di M. Bonfantini, Feltrinelli, Milano 1958 p. 173). Ma Balzac si era lasciato sfuggire dalla penna il nome di un altro figlio ed alto esponente di quella cultura savoiarda a cui egli aveva accennato: il nome di Giacinto Sigismondo Gerdil. Giacinto Sigismondo Gerdil, nato a Samoenz in Savoia, il 23 giugno 1718, da famiglia numerosa e agiata, che aveva già dato vita a militari, magistrati ed ecclesiastici era stato fatto educare, per decisione di suo padre notaio, presso i Barnabiti della cittadina locale. A quindici anni compiuti nel 1732 era entrato come novizio nella Congregazione dei barnabiti. Ginevra, strappata al principato sabaudo dalla rivoluzione protestante, era tuttavia, nonostante il suo calvinismo, in buoni rapporti con la Savoia, tradizionalista e cattolica. Probabilmente l'antagonismo religioso rendeva più serio il cattolicesimo nella Savoia e il calvinismo a Ginevra. Il giovane Gerdil si trovò impegnato a dare una risposta a questo problema: come l'uomo singolo e finito può conoscere e comunicare la verità se questo conoscere e questo comunicare, comportano il trascendimento della singolarità e della finitezza. Secondo la tradizione del pensiero filosofico, anti-innatistico ed empirista dell'Inghilterra, da Bacone a Locke e ad Hobbes, il conoscere, il comunicare il vero, si costituivano attraverso l'associazione di sensazioni e percezioni, mentre l'autorità politica veniva giustificata da Locke come tutta fondata sul consenso dei singoli e da Hobbes come garantita dall'autorità assoluta del sovrano. Diverso era, invece, l'orientamento filosofico del pensiero francese da Cartesio a Malebranche, secondo il primo dei quali il conoscere e il comunicare il vero erano garantiti da principi innati nell'uomo e, secondo Malebranche da una particolare illuminazione di Dio, attraverso lo stesso atto conoscitivo dell'uomo. INDICE Prefazione Il pensiero politico pedagogico di Gerdil Prefazione di Gerdil Prima parte Seconda Parte Massime generali su gli studi Pedagogia cattolica della restaurazione Descrizione bibliografica Titolo: L'anti-Emilio, ovvero riflessioni su/sopra la teoria e la pratica dell'educazione scritte contro i principî del Rousseau Titolo originale: Anti-Émile. Réflexions sur la théorie et la pratique de l'éducation, contre les principes de J.-J. Rousseau Autore: Giacinto Sigismondo Gerdil Curatore: Roberto Mazzetti Traduzione di: Anonimo barnabita Editore: Salerno: Beta edizioni, Maggio 1974 Lunghezza: 258 pagine; 23 cm Collana: Questioni di cultura e società Soggetti: Hyacinthe Sigismond Gerdil, Filosofia, Pedagogia, Illuminismo, Educazione civica, Critica, Naturalismo, Principi educativi, Sainte-Beuve, Honoré de Balzac, Francesco di Sales, Richelieu, Vaugelas, de Maistre, Jean-Jacques Rousseau, Studi, Gioventù, Giovani, Cultura francese, Apprendimento, Considerazioni, Polemiche, Riflessioni, Charles Fourier, Teorie educative, Teoria, Pratica, Materie, Insegnamento, Didattica, Discorso accademico, Giuseppe Lelio Arrighi, Educatori e pedagogisti italiani e stranieri, Metodi, Emile ou de l'education, Cardinale, Religione, Teologia, Autoritarismo, Riforma, Calvinismo, Francia, Pensiero pedagogico, Empirismo, Consenso, Politica, Comunicazione, Libertà, uvres, Trasmissione, Morale, Etica, Conoscenza, Sapere, Branche, Protestantesimo, Eresie, Comunitarismo, Giuseppe Lombardo Radice, Idealismo pedagogico, Eugenio Garin, Contratto sociale, Pensiero politico, Dottrine, Allievi, Istruzione, G. Allievo, Opuscoli pedagogici, G. Gerini, Critiche, Capponi, E. Codignola, Storia, Concezioni filosofiche, A. Carlini, G. Locke, Défense du sentiment du P. Male. N° de ref. del artículo ABE-1691059313971
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