I secoli e la gloria non attenuano la sorpresa che Candido continua a suscitare in ogni lettore: in questo breve e affollato romanzo, l'inquietudine metafisica dinanzi all'inspiegabile presenza del male nel mondo si risolve in una farsa grottesca e crudele; ma Voltaire ha saputo, nello stesso tempo, trasformare questa farsa in una parabola universale sulla miseria e sulla grandezza dell'uomo. Voltaire non fornisce risposte che pretendano di essere risolutive: la girandola di avventure, sciagure, improvvise fortune e delusioni nella quale sono coinvolti i personaggi di Candido sembra dimostrare, anzi, che ogni tentativo di rispondere è vano. Quello che, però, per Voltaire non è vano, e ogni pagina di Candido lo dimostra in maniera luminosa, è la forza dell'intelligenza, dell'arguzia e dell'ironia. E se questa non basta per trovare una soluzione, costituisce incontestabilmente la sola risorsa concessa agli uomini per far fronte alla realtà. Voltaire scrisse che "lo spirito è una festa offerta al pensiero": Candido è la festa che Voltaire ha offerto a se stesso e si suoi lettori.
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